domenica 18 dicembre 2016

gorilla

/go-ríl-la
s.m. inv. 
Genere di primati appartenente alla famiglia degli ominidi. 
Il termine fu adottato dal missionario e naturalista Thomas Staughton Savage descrivendo quella che all'epoca venne considerata una nuova specie di Troglodytes, da lui casualmente scoperta alla foce del Gabon (attuale Libreville) e nota ai nativi col nome di Engé-ena. Nell'aprile 1847 il reverendo stava viaggiando nell'Africa occidentale, quando una malattia lo costrinse a fermarsi e trascorrere la convalescenza in casa del collega John Leighton Wilson. Qui gli venne mostrato un grosso teschio scimmiesco che Savage riconobbe subito non appartenere ad alcun primate allora noto, identificandolo con quell'Ingena di cui nel 1819 l'esploratore Thomas Edward Bowditch aveva riportato l'esistenza (senza però averlo visto personalmente). 
Il missionario aveva letto l'edizione inglese (Falconer 1797) del Periplo attribuito ad Annone di Cartagine (VI o V sec. a.C.), considerato il piú antico resoconto di viaggio in terre africane. Su di un isola (verosimilmente nel Golfo di Guinea) Annone e i suoi si imbattono in una popolazione di primitivi, particolarmente pelosi (pigmei o scimmie?), che gli interpreti al seguito riferiscono chiamarsi Γόριλλαι (Gorillae: del resoconto è sopravvissuta solo una copia tradotta in greco, l'attuale ms Barb. gr. 107). È da rimarcare che la radice gor, kor si trova in parecchie lingue attuali del Senegal associata alla parola per indicare uomo.
L'uso di gorilla come sinonimo di guardia del corpo deriva dallo slang americano ed è attestato già agli inizi del Novecento («It was a bruising hand, too, on occasion, Fulton being known as "Harrison's gorilla," which signified bodyguard and office bouncer» Leon David Hirsch, The Man who Won, 1918) mentre Panzini (1923) gli associa anche una connotazione mandrillesca che col tempo si è perduta (King Kong effettivamente aveva un debole per le bionde).

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