sabato 10 dicembre 2016

evemerismo



/e-ve-me-rì-smo
s.m.
Teoria razionalistica proposta da Evemero da Messina (ca. 340-260 a.C.) secondo la quale all'origine delle narrazioni sugli dei troviamo le azioni di re e grandi guerrieri antichi, elaborate successivamente nel mito. Per estensione, atteggiamento critico nei confronti della religione che inverte la consecutio «dio creò l'uomo» in «l'uomo creò dio». Celebre, in questo senso, la posizione di Ludwig Feuerbach (1804-1872) che scrisse «Gott ist der Spiegel des Menschen».
Tale posizione - a valutare la precedenza cronologica - si sarebbe anche potuta chiamare senofanismo, da Senofane di Colofone (580-485 a.C. ca.), leggendo questi versi tratti dalle sue Elegie:


I mortali si immaginano che gli dei sian nati
e che abbian vesti, voce e figura come loro.
Ma se i bovi e i cavalli e i leoni avessero le mani,
o potessero disegnare con le mani, e far opere come quelle degli uomini,
simili ai cavalli il cavallo raffigurerebbe gli dei,
e simili ai bovi il bove, e farebbero loro dei corpi
come quelli che ha ciascuno di loro.
Gli Etiopi dicono che i loro dèi hanno il naso camuso e son neri,
i Traci che hanno gli occhi azzurri e i capelli rossi.

Fatalità vuole che questo frammento di Senofane sia stato tramandato (giungendo fino a noi) dall'apologeta cristiano Clemente Alessandrino (150-215 ca.) nel suo Stromateis. Proprio l'apologetica cristiana riesumò il pensiero di Evemero - nel frattempo caduto in oblio - quale strumento logico efficace per minare alle basi il paganesimo e i relativi culti: ma si sa, chi di evemerismo ferisce...

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