Introduzione


Da dove arrivano le parole? Quanto arbitrio c'è nel chiamare albero un albero, oppure nominarlo Tree, Baum,  puu, shù, shajara...? Prendendo a prestito le parole di Shakespeare «What's in a name? That which we call a rose / By any other name would smell as sweet».

Esiste tuttavia almeno una categoria di lemmi in cui l'etimo coincide fattualmente e non fatalmente con la parola (e solitamente non varia - considerando il lessema - da lingua a lingua), cioè gli eponimi (o, piú propriamente, deonimici). In questo caso, alla radice di un sostantivo, di un aggettivo, un verbo o una locuzione, troviamo un nome proprio: l'inventore del manufatto (Joseph-Ignace Guillotin—> ghigliottina), il promotore dell'azione (Charles Cunningham Boycott—> boicottaggio), reale o letteraria antonomasia (Gaio Cilnio Mecenate—> mecenatismo), lo scopritore di una patologia (John Dalton—> daltonismo) e via discorrendo (ovviamente ignoreremo il problema di risalire a sua volta all'origine del nome proprio: vi toccherà cercare in un blog di onomastica o toponomastica...).

L'elenco degli eponimi è potenzialmente immenso: dichiaro fin da subito che sfoltirò molto due ambiti in cui la creatività lessicale è pantagruelica, ovvero quello tassonomico (specialmente riguardo a flora e fauna) e medico. Per darvi un'idea sommaria dell'ordine di grandezza di cui stiamo parlando, esiste un repertorio di ben 574 pagine che riporta gli eponimi relativi alla sola classe di mammiferi (B. Beolens, M. Watkins, M. Grayson, The Eponym dictionary of Mammals, Baltimora, The Johns Hopkins University Press, 2009), mentre, per passare al regno di Esculapio, tralasciando la sfilza di malanni che cominciano con «morbo di» o «sindrome di»,  se restringiamo il campo disciplinare alla sola neurologia, ecco un bel tomone di 386 pagine, introduzione esclusa (P.J. Koehler, G.W. Bruyn, J.M.S. Pearce, Neurological eponyms,  New York, Oxford University Press, 2000).

Nel congedarmi da voi laconicamente, spero di avervi galvanizzati quanto basta per appassionarvi al tema e nel contempo di ridurre al minimo gli inevitabili solecismi che avrete la bontà di perdonarmi ed eventualmente segnalarmi.

2 commenti:

  1. Ciao Andrea, bell'impegno hai scelto con questo argomento. Tema sicuramente curioso, attenderò sviluppi. Avanti.

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    1. Grazie Graziano (perdona l'alliterazione :-). Lo scopo è proprio quello di scegliere gli eponimi piú curiosi e interessanti (gusto soggettivo) tra i moltissimi (migliaia) esistenti (piú esaustivamente censiti dal Deonomasticon Italicumhttps://www.degruyter.com/view/serial/35545). Chissà che alla fine non ne venga fuori un libro... Ciao

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