martedì 6 dicembre 2016

baldràcca

/bal-dràc-ca
s.f. (pl. -che)
Donna di facili costumi, meretrice. Attestata per la prima volta nella commedia di Aretino La cortigiana, data alle stampe nel 1534 («Togna. Faresti il meglio starti a casa, e lasciar andare le taverne e le baldracche» IV, XI). Per secoli (cfr. B. Varchi, L'Hercolano, Venezia 1570,  244) si è ritenuto che il termine derivasse dalla città di Baghdad, nella variante fiorentina Baldacca o Baldacco (lo usa Petrarca in uno dei suoi sonetti meno memorabili «ragion mi struggo e fiacco [...] / Sol una sede ; e quella fia in Baldacco»), confusa/sovrapposta dal tardo medioevo con la dissoluta Babilonia, luogo biblico di corruzione e perdizione per antonomasia; inoltre cosí si chiamavano, anticamente, un quartiere e un'osteria (e qui glissiamo su chi diede il nome a cosa) di Firenze, frequentati ambedue «dalle femmine di mondo». Tuttavia, il LEI è giunto da ultimo a mettere in dubbio questa etimologia, associando piuttosto il termine a una serie di attestazioni che presentano i significati base di  ventre prominente, pancia grossa, e quindi, per sineddoche, donna grassa e malfatta.
Isidoro da Siviglia e le paretimologie sono sempre in agguato!



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